Fieracavalli un’edizione che si presenta da record

Inaugurata il 25 ottobre a Veronafiere, alla presenza del ministro delle Politiche agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, che proprio in occasione proprio dei 120 anni della rassegna internazionale ha annunciato una legge sull’equiturismo, Fieracavalli si prepara a un’edizione all’insegna dei grandi numeri.
A ricordarlo anche il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, che al taglio del nastro, a cui erano presenti il direttore generale della Fiera, Giovanni Mantovani e il presidente della Federazione italiana sport equestri, Marco Di Paola, ha dichiarato: «Oggi Fieracavalli è la più importante manifestazione internazionale di settore, con 2.400 esemplari di 60 razze da tutto il mondo, 35 associazioni allevatoriali, 750 aziende espositrici.

È visitata ogni anno da 160mila appassionati da oltre 60 nazioni. Dal 1898 la rassegna accompagna l’evoluzione del ruolo del cavallo attraverso la storia del Paese, da strumento di lavoro nei campi e mezzo di trasporto, a compagno fidato nello sport, nella pet-therapy e nella vita all’aria aperta. Il segreto di questo successo è la capacità di rappresentare in modo completo e trasversale tutto il comparto, con una formula che coniuga allevamento, sport e business, turismo e spettacolo».
Allevamento, sport, turismo, business, ma anche spettacolo intrattenimento e benessere del cavallo sono le tematiche che attraversano la quattro giorni di Veronafiere, che si sviluppa su oltre 128mila mq, con 12 padiglioni e 4 aree esterne.

L’amore degli italiani per il turismo a cavallo
Presentata il primo giorno della manifestazione, che si concluderà domenica 28 ottobre, la ricerca Fieracavalli-Nomisma “Cavallo che passione”, ha evidenziato come la passione per il cavallo coinvolge ancora oggi un italiano su 4 e il 30% delle famiglie italiane, con uno zoccolo duro di 3,2 milioni di praticanti – l’8% della popolazione attiva (18-65 anni, a esclusione quindi dei minorenni) – che è montato in sella negli ultimi 12 mesi.
Un esercito composto in maggioranza dai generation X, laureato, del Nord Italia, con reddito medio-alto, soprattutto con una predilezione quasi plebiscitaria per passeggiate e turismo equestre, praticati nel 90% dei casi.
Un’indagine, condotta su un doppio panel – uno generalista rappresentativo della popolazione italiana attiva (18-65enni) e uno di praticanti – che per la prima volta fa luce sulla domanda di un target che dichiara di spendere mediamente 1.500 euro a persona l’anno per avere i tanti benefici della vacanza a cavallo, che vanno dal senso di libertà al relax, dall’armonia al divertimento all’impegno.
E anche tra i “non user” la percezione verso l’universo equestre è alta, con quasi la metà degli italiani che proverebbe l’esperienza, specie tra gli under 35 (58%).

L’equiturismo come opportunità economica
Il binomio uomo-cavallo trova la sua naturale vocazione nel turismo equestre, con 9 horse-addicted su 10 che hanno fatto passeggiate a cavallo nell’ultimo anno (il 35% in modo regolare), della durata di 2-3 ore (44%), ma anche di mezza/intera giornata (26%), o di un week end (3%).
L’equiturista spende in media 150 euro al giorno (21 euro l’ora per le passeggiate) e preferisce passeggiare nei boschi (22%), colline e prati in pianura (20%), il mare (14%).

Un turismo dove nei desiderata non possono mancare le soste enogastronomiche (41% in risposta multipla) e i momenti di relax in centri benessere (29%). E proprio l’abbinamento con l’enogastronomia è un must nei servizi aggiuntivi utilizzati, con il 46% che nel corso della sua ultima escursione ha provato prodotti tipici territoriali o degustato vini (34%).
Contatto con la natura, empatia con l’animale, riduzione dello stress sono i principali punti di forza che contraddistinguono il binomio uomo-cavallo in passeggiata come in maneggio, legati a doppio filo anche nella pratica.
Chi fa turismo equestre, infatti, fa anche attività in maneggio (84%, 29% i regolari), mentre risultano più esclusive altre forme di fruizione, come il dressage (51%, con l’11% di regolari) e il salto ostacoli (48%, 10% i regolari).
La passione per i cavalli spesso nasce nella famiglia di origine con il 72% dei praticanti che in famiglia ha qualcun altro con la stessa passione. Il costo troppo alto (59%) e le poche strutture (34%) sono però i principali punti di debolezza di una passione-cavallo che fa dell’empatia (23%), della libertà (19%), della bellezza (11%) le principali immagini evocate dagli intervistati.
Una passione che potrebbe anche diventare un lavoro, come dichiarato dal 57% degli intervistati che confessa di pensare spesso (15%) o qualche volta (42%) di cambiare vita in favore un’attività lavorativa collegata al mondo dei cavalli.

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