
Il 18 dicembre si svolgerà la prima asta per aggiudicarsi Reggio Emilia Fiere, il polo situato a Mancasale, area a nord di Reggio Emilia, che dal maggio 2013 in mano al tribunale fallimentare che sta curando la procedura del concordato liquidatorio.
La base d’asta parte da 13,2 milioni di euro con rilanci da 50mila euro l’uno, una cifra considerata di grande interesse.
Il futuro di Reggio Emilia Fiere
Reggio Emilia Fiere è in vendita da oltre un anno sul sito dell’Ivg e – di rimando automatico – su Immobiliare.it, principale sito a livello nazionale.
Fino a ora c’è stata un’unica manifestazione di interesse da parte di una cordata italo-asiatica, che prevedeva un’offerta di 6,6 milioni di euro. Una proposta quale però non è seguita un’offerta irrevocabile d’acquisto, ritenuta comunque incongrua da parte del comitato creditori.
Se il polo venisse aggiudicato, si recupererebbero parte di quei 25 milioni di euro, il passivo messo a referto nel concordato. Di seguito si procederà alla vendita delle altre aree – ce ne sono diverse di rilievo una a Mancasale e alcune a Corte Tegge – in capo alla procedura liquidatoria.
Un polo di grande interesse
Situato a nord del capoluogo, zona in espansione grazie anche al posizionamento strategico tra stazione Mediopadana, dove transita l’Alta Velocità, autostrada e stadio, Il polo fieristico di Mancasale si estende su un’area di oltre 100mila metri quadrati, già urbanizzata e con potenzialità di ampliamento.
Un immobile il cui valore supera i 20 milioni di euro. Infatti la perizia del geometra Pietro Barigazzi ne fissa il valore preciso a 22 milioni nel bando d’asta, dato che conferma quello precedente del geometra Emanuela Boliti, depositata in sede di presentazione del concordato preventivo.
Il dato di indicazione dei valori riportata nell’osservatorio delle aree edificabili si è abbassato da 340 a 240 euro/mq, dato che si riferisce alla superficie utile realizzabile e utilizzato per fissare la base d’asta. Ad esso è stato applicato un abbattimento del 20% per il valore di base d’asta per la cosiddetta “mancata garanzia sui vizi anche occulti del bene”, quindi è stato tolto un altro 25%, come prevede la legge in vigore, arrivando così a definire i 13,2 milioni come prezzo di lancio.
Il 18 ottobre è stato poi assegnato per l’ultima volta l’affitto del ramo d’azienda delle Fiere a Terminal One con canone di locazione annuo di 105mila euro così da garantire la continuità dell’attività fieristica ed evitare ammaloramento, degrado e conseguente svalutazione dei capannoni. La società aveva già in affitto fino al 31 dicembre i padiglioni del polo fieristico e questa nuova assegnazione le permette di dare continuità alle attività sino a fine 2019.
La cordata Terminal One, formata da 16 imprenditori, ha avuto la meglio sulla cooperativa La Bussola e su Rc Group, offrendo 105mila euro partendo da una base di 25mila euro.
Un futuro incerto
A questo punto si spera che dopo il 31 dicembre 2019 subentri il nuovo proprietario. Se la vendita all’asta dovesse andare a buon fine, l’acquirente avrà infatti 120 giorni a disposizione per il saldo prezzo. Il successivo decreto di trasferimento dovrebbe essere firmato entro il prossimo giugno e l’eventuale aggiudicatario potrebbe entrare in possesso delle chiavi a partire dalla fine del prossimo anno, a meno che Terminal One – che ha già a disposizione i locali – non si aggiudichi l’asta oppure la stessa Terminal One e un altro acquirente non si trovino un accordo per una immissione anticipata nel possesso degli immobili.
Se l’asta dovesse invece andare deserta, la successiva data è prevista a fine gennaio e potrebbe prevedere un ribasso a discrezione del liquidatore giudiziale Tiziana Volta, oppure confermare la stessa cifra base, fermo restando l’indirizzo della procedura di non deprezzare il bene.
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